In questo articolo andiamo ad approfondire meglio l’argomento:
Sindrome dell’ovaio policistico (PCOs): che cos’è, cosa provoca?
E’ una sindrome complessa che porta la donna ad avere ovaie ingrandite e micropolicistiche ed ad avere un quadro clinico caratterizzato da alterazioni ormonali quali:
- Iperandrogenismo (eccessiva produzione di ormoni maschili in particolare di testosterone in grado di provocare infertilità)
- Disordini del ciclo mestruale (oligomenorrea e/o ovulazione)
- Obesità
Tale patologia inoltre provoca inoltre:
- Disturbi della pelle
- Acne
- Diabete
- Insulino –resistenza (il 70% delle donne con PCOS soffre di insulino resitenza)
- Irsutismo (presenza di peli dove generalmente non compaiono)
- Formazioni tumorali del surrene
- Alterazione del metabolismo con obesità addominale ossia aumento del grasso viscerale, aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi, ipertensione e alterata regolazione glicemica.
Qual è la correlazione tra obesità e PCOS e quali i suoi effetti?
Le donne in sovrappeso oppure obese con PCOS sono svantaggiate rispetto a quelle in normopeso per ciò che riguarda la mancata regolarità delle mestruazioni, l’assenza di ovulazione, la riduzione di fertilità e l’alterazioni del metabolismo.
Una grande conseguenza della malattia è la resistenza insulinica che svolge un ruolo fondamentale nel promuovere o aggravare l’iperandrogenismo, le disfunzioni ovulatorie, nonché i disturbi metabolici che spesso complicano lo stato di salute del paziente obeso. Esiste un forte aumento della resistenza all’insulina nel paziente obeso infatti è particolarmente evidente è l’impatto dell’obesità sulla resistenza all’insulina, poiché colpisce il 94% delle donne con PCOS obese contro il 78% e il 59% delle donne con PCOS in sovrappeso e di peso normale, rispettivamente.
Che legame c’e tra obesità ed infiammazione e resistenza insulinica?
Ricordiamo inoltre che le donne obese con PCOS sono spesso caratterizzate da uno stato di infiammazione di basso grado che aggrava la resistenza all’insulina e l’iperandrogenismo, partecipando così alla fisiopatologia della sindrome e alle sue complicanze metaboliche.
La perdita di peso indotta dalla dieta di almeno il 5% migliora l’iperandrogenismo, l’infertilità anovulatoria e le alterazioni metaboliche nelle donne obese con PCOS. Solo le diete a basso contenuto di carboidrati, normoproteica e ipolipidica, portano a una significativa riduzione della resistenza all’insulina e e dell’infiammazione nella maggior parte delle donne con PCOS sovrappeso / obese. Possiamo dimostrare che una dieta VLCKD su donne in sovrappeso e con PCOS aumenta la loro possibilità di rimanere poter avere una gravidanza.
Dallo studio sull’applicazione della dieta VLKCD per più di sei mesi su un gruppo di donne con PCOS è risultata una riduzione significativa del peso corporeo (12%) del testosterone libero (-30%) e dell’insulina basale (53%) rendendola dunque particolarmente indicata per aumentare la sensibilità insulinica, contrastare l’insulino-resistenza e proteggere contro l’infiammazione sistemica.
Qual è il ruolo della dieta nella PCOS?
L’alimentazione svolge quindi un ruolo fondamentale, è quindi una vera e propria terapia per tale patologia in quanto:
- riduce il peso corporeo (la riduzione del peso del 5 % in donne obese o in sovrappeso affette dalla patologia PCOS porta ad un miglioramento dei parametri metabolici ed endocrinologici)
- riduce la circonferenza vita
- diminuisce i livelli di colesterolo e trigliceridi
- regolarizza il ciclo, aumentandone la frequenza
- riduce il rischio di aborto
- previene le complicanze metaboliche a lungo termine come il diabete mellito
- riduce l’ipertensione
- riduce l’insorgenza di malattie cardiovascolari
- migliora l’irsutismo e l’alopecia
- fa scomparire l’acne
Per cui è importantissimo seguire una dieta dove sia presente un minor apporto possibile di zuccheri semplici e carboidrati associate a tante fibre ed una dose nella razione giornaliera di proteine e grassi.
Prima di cominciare un percorso di questo tipo è necessario effettuare dallo specialista un esame impedenziomentrico (composizione corporea, metabolismo basale), una valutazione dello stato generale del paziente, le eventuali anomalie metaboliche, gli esami ematici.